Sala 20

Figlio del pittore Gaetano Gigante nacque a Napoli l’11 luglio 1806, è considerato il maggior esponente, a livello internazionale del paesaggismo napoletano.

Da una nota autobiografica appuntata su un disegno che si conserva al Museo di San Martino apprendiamo che si avviò allo studio del paesaggio ripreso dal vero presso Jakob Wilhelm Hüber. Fu inoltre amico e compagno di Achille Vianelli, del quale, più tardi, avrebbe sposato la sorella Eloisa.
Nel 1826 lavora per Wolsfembergher forse nella produzione commerciale di vedute napoletane e romane. In seguito, lavorò presso il pittore Anton Sminck van Pitloo
Nel 1837 alla morte di Pitloo, si trasferisce nella casa che aveva occupato per 20 anni il maestro olandese. Quella casa in San Carlo alle Mortelle – Vico Vasto, 15- è più che mai, in questo momento, il centro propulsore della Scuola di Posillipo.

Da Pitloo, Gigante eredita l’ispirazione e, accentuando l’uso della macchia e dell’impressione dal vero del maestro, si specializzerà – anche grazie alla perfezionata tecnica dell’acquarello, in una resa personalissima del movimento, della luce, della vivacità e della tipicità napoletana.

Il successo giunge ormai travolgente: Giacinto Gigante è ricercato dall’Imperatrice di Russia, insegna pittura aòle figlie di Francesco II, è intrinseco a Corte e segue spesso i sovrani a Gaeta. Quella quotidianità estatica e pacata, ma anche fremente e viva, nella quale si esprime l’anima della nostra città, è la sua essenza primitiva, naturale, passionale e per questo sofferta.

Nel 1861 gli fu commissionata per le nuove raccolte dei Savoia a Capodimonte, la famosissima tempera della Cappella di San Gennaro, tanto famosa quanto poco caratteristica della sua personalità d’artista.
Morì, venerato da tutto l’ambiente artistico, il 29 settembre 1876.

Al Museo di San Martino di Napoli di lui si conserva un’ampia collezione di disegni, acquarelli e tempere oltre ad un significativo gruppo di oli.