Sala 19

La Scuola Di Posillipo

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La Scuola di Posillipo è stata un lungo e fortunato episodio di pittura di paesaggio, andatosi a innestare nel percorso del Grand Tour, il viaggio culturale che intellettuali e artisti europei compirono in Italia a partire dall’illuminismo e perdurato, con tutte le sue varianti e trasformazioni, fino alla fine del secolo XIX.

L’intellettuale “moda” europea del Grand Tour spinse, tra il XVII e il XIX secolo, molti viaggiatori stranieri a visitare l’Italia: tra questi il pittore vedutista olandese Anton Smink Pitloo che - affascinato dalla bellezza dei luoghi e catturato dal calore della luce mediterranea - diede inizio ad una nuova corrente pittorica detta Scuola di Posillipo.

Una scuola, quella di Posillipo, che ispirandosi alla tecnica di riproduzione all’aria aperta realizzata da Monet, fonda una nuova tendenza pittorica legata alla bellezza della nostra terra: la riproduzione paesaggistica all’aria aperta delle vedute di Napoli. La Scuola di Posillipo combaciò con la stagione romantica ottocentesca, aprendo le porte al rinnovamento del paesaggio verista che a Napoli ebbe i suoi esiti più felici.

Gli elementi naturali locali, le architetture e gli abitanti, esercitarono una forte attrazione su almeno due generazioni di pittori. Lontani dalle produzioni accademiche, e per questo inizialmente disprezzati, questi piccoli capolavori, intrisi di emozioni pulsanti, diventarono presto oggetto di desiderio della nobiltà partenopea e anche della Corte.
Pitloo guidò la scuola di Posillipo fino al 1837.

Dopo Pitloo, Giacinto Gigante ne diventa caposcuola, esprimendo in quelle vedute la volontà di cogliere il vero, il verosimile, tutto ciò che in quei paesaggi colpisce, ammalia i sensi, con effetti cromatici di rara, delicata, lucente, quasi liquida bellezza, nel ritrarre spiagge, colline, angoli di città colti dalla vista dall’alto. Successori del Pitloo e di Gigante furono Teodoro Duclère, Filippo Palizzi, Raffaele Carelli e Michele Cammarano.

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Theodore Duclère  (Napoli nel 1812 – 1869)

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Nacque a Napoli nel 1812 da genitori francesi; frequentò la scuola d’arte napoletana di Posillipo riunitasi attorno all’atelier di Antonio Pitloo, divenendo il più fedele allievo del suo maestro, del quale sposerà la figlia Sofia, ereditando parte della collezione del suocero, oggi presente oggi al museo. In quegli stessi anni maturò la sua profonda amicizia con Giacinto Gigante ed insieme con Vianelli e Carelli, Duclère può essere considerato fra i più delicati paesaggisti partenopei della prima metà dell’Ottocento.

I dipinti di Duclère riprendono le tematiche usuali della veduta napoletana, con una particolare predilezione per i panorami della costiera sorrentina.

Egli, tuttavia, diede miglior prova di sé nella realizzazione di piccoli studi di paesaggio condotti dal vero su singoli motivi naturali e caratterizzati da spiccati effetti coloristici di immediata presa ottica. In queste opere è evidente la lezione del Pitloo che permane anche nei lavori successivi, dove peraltro si avverte anche, nella scelta dei tagli e delle inquadrature e soprattutto nel tono più studiatamente illustrativo della descrizione, l’influsso di Giacinto Gigante.

Morì a Napoli nel 1869, a soli 57 anni.

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Antoon Sminck Pitloo (Arnheim 1790 - Napoli 1837)

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He began studying drawing and painting as a boy in his native Arnhem, and continued his studies first in Paris, thanks to a scholarship offered to him by Louis Bonaparte, then in Italy, in Rome, an obligatory stop on every grand tour. He then came to Naples where he became a teacher of Landscape at the Royal Institute of Fine Arts and where he founded the 'School of Posillipo'.

The novelty ascribable to Pitloo's painting lies in his definitive departure from the purely realistic and illustrative rendering and from traditional landscape painting, moving towards a decidedly romantic observation of the naturalistic datum, characterised by a sensitive attention to the vibrations of light and colour and the presence of vivid personal suggestions deriving from direct observation of places. Another innovation introduced by Pitloo was the use of the innovative technique of oil painting on paper mounted on canvas or cardboard.

Inspired by the beauty of the landscape and Neapolitan customs, he was able to capture and pass on to his pupils the atmospheric values of nature, asserting himself with a personal, rapid, luminous brushstroke.

Pitloo, died on 22 June 1837, at the age of 47, prematurely struck down by cholera. He was buried in Naples, in the Protestant cemetery.

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Quadri esposti Theodore Duclère

Paintings exhibited Antoon Sminck Pitloo

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