Real Fabbrica di Capodimonte

Fu fondata da Carlo di Borbone nel nuovo clima di sviluppo e mecenatismo di tutte le belle arti a cui il sovrano seppe dar vita nei suoi anni di regno. L’impulso decisivo per l’avvio della manifattura fu indubbiamente il matrimonio di Carlo con Maria Amalia Valpurga, figlia di Federico II di Sassonia e, quindi nipote del fondatore della manifattura di Meissen.

Desideroso di possedere una manifattura di porcellane, il sovrano affidò l’incarico a Livio Vittorio Schepers, un orefice nativo di Firenze, coadiuvato dal figlio Gaetano. A loro si deve la creazione della splendida pasta bianco-latte, traslucida e corposa ma, allo stesso tempo trasparente e con una plasticità superiore a tutti gli altri tipi di pasta, dovuta alla mancanza di caolino: a ciò si rimediò con l’unione di varie argille che generarono un particolare miscuglio particolarmente duttile e malleabile.
I risultati di tale lavorazione furono subito estremamente soddisfacenti, tanto da spingere, nel 1743, Carlo di Borbone ad affidare all’architetto Ferdinando Sanfelice la costruzione di un edificio nel bosco di Capodimonte per ospitare la fabbrica con il nome di Real Fabbrica di Capodimonte.

Nello stesso periodo venne aperto anche un negozio per la vendita nei pressi della chiesa di San Ferdinando e dinanzi al largo di palazzo.

Nel 1759 Carlo venne nominato re di Spagna col nome di Carlo III e la sua partenza dal regno di Napoli segnò la fine della Real fabbrica di Capodimonte, lasciando un’impronta indelebile nella storia delle porcellane e dell’arte.

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